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Sognando Beckham (o Phelps)

Phelps

La Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo ha bocciato il ricorso di due genitori musulmani di Basilea che avevano rifiutato di lasciar partecipare le figlie ancora impuberi alle lezioni obbligatorie miste di nuoto impartite agli scolari delle elementari. La notizia ha fatto il giro del mondo. I commentatori hanno sottolineato l’importanza di far prevalere l’obbligo per i bambini di seguire integralmente la scolarità e il successo della loro integrazione sull’interesse privato dei genitori di vedere le loro figlie dispensate dai corsi di nuoto misti per motivi religiosi.

A D’Artagnan la faccenda ha ricordato le vicissitudini vissute dalla ragazza di origini indiane che nel film “Sognando Beckham” è riuscita a sfondare nel calcio femminile nonostante le proibizioni imposte dalla famiglia. Se a scuola, l’insegnamento dell’educazione fisica è obbligatorio per tutti, allievi di origine straniera compresi, il problema si pone soprattutto nello sport federativo che si pratica su base volontaria. E qui le statistiche sono impietose: le ragazze di fede musulmana – a differenza dei loro fratelli maschi – sono sottorappresentate nelle nostre società sportive. E di chi è la colpa? D’Artagnan teme che, come nella vicenda delle lezioni di nuoto, la responsabilità di questa latitanza non sia dovuta alla mancanza di interesse da parte delle ragazze ma ricada sui genitori che impediscono alle loro figlie l’accesso allo sport per motivi religiosi e culturali. A D’Artagnan piace immaginare che le due ragazze basilesi ora potranno svolgere le lezioni di educazione fisica in piscina e, magari, continueranno a praticare il nuoto in un club sognando di diventare Phelps.

2 Febbraio 2017

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