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Anche i bruchi volano

Anche i bruchi volano

«Non puoi spiegare il mondo come gli adulti, perché è davvero difficile misurare la vita, la morte, il passato. L’adulto genera categorie allo stesso modo di chi calcola quanto vale il suo pisello. Da vecchio, se hai capito fino in fondo, puoi capovolgere tutto e ridiventare bambino. Anzi, bambina. Anche se sei maschio.»

 

Sono le parole di un personaggio adulto ‒ la signora Kutzmann ‒ dell’ultimo romanzo di Daniele Dell’Agnola. Ma potrebbe averle pronunciate l’autore in persona, perché in questo libro Daniele affronta molti temi a lui cari: la relazione tra bambino e adulto, la scoperta della propria identità, l’affettività, l’amicizia, la sessualità, la scuola.

La voce narrante è quella di un dodicenne, Felix, un ragazzo dal profilo interessante, moderno. Infatti, Felix è iperattivo, ribelle, ama leggere, rifiuta la scuola. È seguito da un’orda di psicologi, pedagogisti, medici e specialisti che lui definisce i «draghi drugugubri». Un giorno incontra Alice, misteriosa ragazzina piuttosto vivace. Con lei e altri amici vivranno una metamorfosi grazie ad avventure e tragedie, alle prime esperienze sessuali e al desiderio di scontrarsi, misurarsi... volare.

 

In «Anche i bruchi volano» la vita scorre veloce in tutte le sue sfaccettature. L’intreccio rapido e intenso permette al protagonista ‒ e al lettore ‒ di distinguere le cose veramente importanti. Ed è proprio dall’alto di una mongolfiera che Felix si rende conto che «sono poche le cose che hanno senso: la nascita di Maelle ha avuto senso. Il bacio di Alice ha avuto senso. La volta che Elias è rotolato per terra con me ha avuto senso. Volare tutti insieme con la mongolfiera Aziz per lanciare i messaggi del “Farfalla” ha senso. Il resto, bah.»

 

Una bella lettura.

6 Novembre 2016

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